Eremo di Monte Corona

Brevi note storiche

Abbazia di San Salvatore
Tradizione vuole che sia stato S. Romualdo a fondare, nel 1008-1009, il Monastero di San Salvatore di Monte Acuto, non lontano dalla Abbazia di Fratta. La norma benedettina, consegnata ai discepoli, fu da San Romualdo interpretata ed integrata da elementi giuridici che regolavano in maniera rigida la giornata dei camaldolesi. Nel Monastero di San Salvatore i camaldolesi si dedicavano al lavoro manuale, individuale e comunitario, privilegiando quello agricolo e artigianale. Le origini dell’abbazia non sono ben chiare, infatti sembrerebbe che sul luogo stesso, ove sorge oggi la chiesa, esistessero i ruderi di un tempio pagano o paleocristiano, L’antica cripta dell’Abbazia, seminterrata, detta oggi della Madonna delle Grazie è del tipo ad “oratorium”, cioè composta da un vasto locale diviso in cinque navate, certi elementi fanno pensare all’ XI secolo, mentre la chiesa inferiore e quella superiore si attestano al 1300. All’interno della cripta si trovano pilastri, colonne e capitelli di forme e grandezze diverse, ricavati su materiali vari, che inducono a pensare che i resti di un antica costruzione siano stati utilizzati dai discepoli di San Romualdo per la nuova chiesa. Della data di costruzione del campanile, a pianta circolare e poi ottagonale, non si hanno notizie; il robusto basamento rotondo e certi particolari architettonici farebbero ipotizzare l’esistenza di una primitiva torre di difesa, poi trasformata in campanile. La chiesa superiore è a tre navate, delle quali quella centrale è coperta a padiglione e con interessanti resti di affreschi. Fu realizzata una strada selciata in pietra (localmente chiamata “mattonata”) che collegava l’Abbazia di San Salvatore con quella dell’eremo di M. Corona. Nel 1494 la tranquillità dell’Abbazia, affidata a Bertoldo Degli Oddi, fu turbata dalla discordia che travagliava le famiglie Degli Oddi e dei Baglioni. Questi ultimi, per rappresaglia invasero l’Abbazia, la spogliarono degli arredi più ricchi e vistosi, devastarono con fuoco i locali dei monaci e bruciarono parte della biblioteca. Nello stesso anno l’Abbazia di San Salvatore fu unita ufficialmente ai beni camaldolesi. La Compagnia riformata, fu chiamata di San Romualdo, e gli vennero concessi ampi benefici, con ciò l’Abbazia di San Salvatore di Monte Acuto fu unita ad altri beni. In questa riunione, fra l’altro, si stabili di chiamare la Compagnia di San Romualdo con il nome di Compagnia degli Eremiti di Monte Corona e si giunse a questa decisione per onorare San Savino, fondatore dell’antico oratorio a metà del Monte Corona. Infine l’Abbazia di San Salvatore di Monte Acuto cambia nome in Abbazia di San Salvatore di Monte Corona.

Eremo di Monte Corona
L’eremo di Monte Corona è posto su un rilievo a 700 m, in mezzo ad un ambiente naturale di elevata bellezza, da dove domina tutta la zona intorno ad Umbertide. La sua struttura, come attualmente si presenta, risale ai primi anni del 1500. Inizialmente si insediarono i monaci camaldolesi, quel ramo chiamato “Eremiti di San Romualdo”, e quindi l’eremo fece parte della congregazione degli Eremi Camaldolesi. L’Eremo fu abbandonato a seguito delle leggi napoleoniche che confiscarono buona parte degli Enti Eclesiastici. Recentemente nel 1976 si trasferì nell’eremo la comunità dei: Monaci di Betlemme e della resurrezione della Vergine Maria, il cui Ordine è stato riconosciuto nel 1998. Questi hanno restaurato completamente il complesso monacale consistente nella chiesa ad unica navata e da 18 celle costruite in pietra e disposte su 3 file. Ciascuna cella e formata da: una cappelletta, una stanza, una legnaia ed un laboratorio. Quest’ultimo attualmente utilizzato dai Monaci per fare piccoli oggetti in ceramica, comunque sempre fedeli al motto Benedettino: “Ora et Labora”.

Antico borgo fortificato di Santa Giuliana
Questo borgo fortificato si trova ad un’altitudine di 406 metri s.l.m. sul versante Ovest del Monte Corona ed è un Borgo molto suggestivo e ben conservato. Le prime notizie che riguardano l’antico borgo di Santa Giuliana risalgono all ?anno 1362. Fu coinvolto in alcune battaglie all’inizio del 1400 , quando la famiglia Orsini nella sua mira espansionistica, alleata con Braccio Fortebraccio da Montone, attaccò i castelli a Nord di Perugia e tra questi quello di Santa Giuliana. La reazione degli abitanti fu molto forte ed efficace, che l’armata degli assalitori dovette battere in ritirata; lo stesso comandante Orsini rimase gravemente ferito ad un occhio. Nel borgo si accede da un’unica porta ad arco dalla quale si articolava il ponte levatoio. La cinta muraria che circonda il borgo misura circa 320 metri, al suo interno sono ubicate 12 casette e la chiesa dedicata a S. Antonio, la quale presenta interessanti affreschi del 1300. Dopo un periodo di abbandono, tutto il complesso è stato acquistato nel 1975 da una società straniera, che hanno provveduto al restauro, rispettando l’originaria architettura medioevale. A circa 1 km si trovano una torre, antico avamposto di difesa, ed una chiesetta dedicata a Santa Giuliana.